La ferrovia Arezzo - Fossato di Vico

di Guido Giacomo Corsi


Ai tempi dello splendore: un' automotrice attende la partenza per Arezzo nella stazione di Sansepolcro


Le origini

Allo scopo di collegare Arezzo con la parte orientale della sua provincia, nel 1880 si costituisce un consorzio per la costruzione di tale linea, che avrebbe dovuto avere uno sbocco sulla linea principale Roma - Orte - Ancona. Finalmente, dopo due anni di proposte, cominciano i lavori di costruzione. La difficile situazione dei territori attraversati fece si che venisse adottato lo scartamento ridotto di 950 mm, a causa infatti dei bassi raggi di curvatura (80 metri) e delle elevate pendenze (30X1000). Il tracciato che fu scelto collegava Arezzo con Fossato di Vico, passando per Anghiari, Sansepolcro, Umbertide (dove si aveva la corrispondenza con la Ferrovia Centrale Umbra, che sarebbe stata inaugurata nel 1915), e Gubbio, per una lunghezza totale di 133,7 chilometri. L'esercizio fu dato in concessione alla Società per la Ferrovia dell' Appennino Centrale (FAC) e nell 'aprile del 1886 venne aperto il primo tratto da Fossato a Città di Castello e un mese dopo quello fino ad Anghiari. Per giungere sino ad Arezzo si dovette attendere l'agosto successivo, a causa di alcuni problemi che si erano presentati durante la costruzione del valico dello Scopetone.


Carta del tracciato ferroviario


Le caratteristiche tecniche

La linea cominciava nella attuale stazione FS di Arezzo (ai tempi la gestione era della Rete Adriatica, le FS erano ancora ben la dal venire), dove era stato realizzato un ampio piazzale nel lato nord (dove oggi si trova lo scalo merci), e da li proseguiva lungo il 1° binario (che era stato armato 3 rotaie) e poco dopo si inoltrava verso sud - est abbandonando gli impianti a scartamento normale. Dopo 4 chilometri si era al Passo dello Scopetone, che la linea attraversava con un lungo giro, lungo il quale si incontravano livellette del 30X1000, 11 gallerie e due fermate. Alla fine della salita si giungeva alla stazione di Torrino. Da qui iniziava una forte discesa che, dopo aver attraversato altre 4 gallerie, portava a Palazzo del Pero e infine a Molin Nuovo, dove le locomotive si rifornivano d'acqua. Poi si continuava fino alla stazione di Ville Monterchi e , dopo una galleria e due fermate, si arrivava ad Anghiari, grosso centro poco distante da Caprese, il paese natale di Michelangelo. Al Km. 43, dopo una fermata, si attraversava per la prima volta il Tevere su di un ponte in ferro lungo 100 metri. Poco dopo tale ponte si arriva a Sansepolcro. Dopo essere ripartiti si entrava in umbria e attraversate le stazioni di S. Giustino e Selci Lama si giungeva a Città di Castello, dove vi era il deposito e tutte le installazioni logistiche della FAC. Dopo una sosta si ripartiva, riattraversando il Tevere al Km. 64, e dopo la stazione di Trestina e cinque piccole fermate si giungeva a Umbertide; prima però si attraversava per l'ultima volta il Tevere. Dopo Umbertide si lasciava la larga valle del fiume sacro e ci si reinoltrava tra le montagne e ,attraversati vari ponti, cinque fermate e due gallerie, si arrivava prima a Gubbio e poi a Branca. Quest'ultima stazione era collegata ad una miniera di lignite con una teleferica, e creava un discreto traffico merci. Da Branca si andava in forte discesa e successivamente di nuovo in salita, fino ad arrivare a Fossato di Vico. La stazione FAC era di fronte a quella FS (allora Rete Adriatica), ma lato Roma vi erano gli impianti di raccordo e i piani caricatori necessari ai vari trasbordi.


La stazione di Gubbio negli anni '30


Dagli anni d'oro alla distruzione

Nonostante le evidenti asperità del tracciato, la Ferrovia dell' Appennino svolse egregiamente il proprio lavoro, sia dal punto di vista dell'esercizio che da quello del traffico: vi erano infatti molti treni merci da Branca a Fossato, che talvolta venivano o spezzati in linea o in doppia trazione. Talvolta i carri merci, prevalentemente bestiame, erano agganciati ai normali treni viaggiatori!!! Nel 1939 poi vennero immesse in servizio 4 automotrici termiche: due monodirezionali e altre due bidirezionali a carrelli, molto simili a quelle gia in servizio sulle Ferrovie Calabro Lucane. Purtroppo si arriva alla seconda guerra mondiale, quando la linea subisce i ripetuti attacchi dei tedeschi, che purtroppo si prodigarono per far saltare ogni ponte e galleria, tranne quelle del valico dello Scopetone, utilizzate come rifugio. I colpi di grazia si ebbero alla fine del 1943 e nel maggio 1944; venne infatti bombardata la stazione di Arezzo e infine distrutta l'ultima locomotiva rimasta in funzione. Da allora nessun treno ha più circolato in linea . . . per la quale il futuro è fatto luci ed ombre: il tronco Umbertide - Sansepolcro è stato infatti inglobato dalla Ferrovia Centrale Umbra (FCU) e la tratta fino a Fossato di Vico sembra non essere interessata da nessun progetto di ripristino . . . Per la tratta fino ad Arezzo è tutto molto incerto: la linea infatti attraverserebbe zone molto abitate, nelle quali c'è una forte domanda di trasporto, anche a causa dell'inadeguatezza delle strade . . . Nonostante queste incertezze però è sempre possibile sperare che la Ferrovia dell'Appennino torni a nuova vita, rinnovata ed efficiente . . . Ultimamente però sull'incerto futuro incombe un altro problema: la nuova autostrada Grosseto - Fano segue gran parte del tracciato della linea, che in futuro potrebbe essere del tutto dimenticata, privando la provincia di Arezzo della possibilità di riavere mezzo veloce, sicuro e di grande importanza sociale . . .


Un'immagine del passato: automotrice monodirezionale in transito sul ponte di Torrino, in mezzo alle montagne


Ultima Revisione Pagina: 7/11/2004